Il potere dell’autosservazione: pensare invece di reagire

14 Novembre 2025
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Appena il cervello si risveglia al mattino, senza che ce ne accorgiamo, iniziamo a pensare, scegliere, reagire.

Ogni gesto, ogni scelta sembra nostra, ma lo è davvero?

Siamo talmente abituati a correre che raramente ci fermiamo a chiederci da dove nasce ciò che facciamo.

Alcune decisioni sembrano automatiche, quasi istintive.

E se lo fossero davvero? Se gran parte delle nostre scelte non fossero frutto della volontà, ma di programmi mentali già scritti dentro di noi?

Non sempre scegliamo: spesso reagiamo

Siamo convinti di avere il controllo, ma la mente agisce secondo meccanismi che abbiamo ereditato: genetica, esperienze, abitudini, stimoli ricevuti sin da piccoli. Questi schemi definiscono il modo in cui vediamo il mondo e determinano le nostre reazioni, spesso senza che ne siamo consapevoli.

Dire “sono fatto così” è comodo, ma non del tutto vero, perché una parte di ciò che crediamo noi è, in realtà, il risultato di condizionamenti che non abbiamo scelto.

Il richiamo alla nostra natura istintiva

Dentro ognuno di noi convivono impulsi antichi. Anche se viviamo in un’epoca razionale e digitale, la mente conserva ancora la sua natura primordiale: tende alla sicurezza, rifugge l’incertezza, reagisce per proteggersi. Evita ciò che non conosce, interpreta il cambiamento come minaccia, ripete ciò che è familiare.

E così, invece di scegliere, replichiamo.
La libertà inizia nel momento in cui riconosciamo questi automatismi.

Quando impariamo a osservarci, senza giudicarci, cominciamo a separare ciò che ci appartiene davvero da ciò che è solo un riflesso del passato.

Ritrovare il centro: le priorità che parlano di noi

Ristabilire le priorità non significa stravolgere la vita, ma ricordarsi di sé. Mettere se stessi al primo posto non è egoismo, è lucidità.

Solo chi sta bene dentro può creare equilibrio fuori.

Prendersi tempo per sé non è “staccare”, ma riconnettersi.
Significa ascoltare i propri pensieri senza fuggire, ritrovarsi nel silenzio invece che perdersi nel rumore. Come in una relazione: per conoscere qualcuno, devi trascorrere del tempo con lui. E allora perché non farlo con la persona con cui passerai tutta la vita, te stesso?

Molti evitano la solitudine perché credono di conoscersi già.
Ma spesso è proprio quella convinzione a tenerci lontani dalla nostra autenticità.

Il silenzio non spaventa chi sa ascoltarsi: lo nutre.

Il punto di svolta

Ricordo il momento in cui mi sono stancata di reagire sempre nello stesso modo. Continuavo a vivere situazioni che non sceglievo davvero e sentivo di non avere più il controllo. Così ho deciso di capire, una volta per tutte, perché.

Mi sono imbattuta in un libro che ha segnato un prima e un dopo:
“La tua mente può tutto” di Italo Pentimalli. Una lettura che mi ha spinta a guardarmi con occhi nuovi. Ho iniziato a osservare ciò che accadeva dentro di me, a darmi tempo, a smettere di giudicarmi.

Poco alla volta ho compreso che il controllo non nasce dal reagire, ma dal comprendere.
In quel momento, senza rendermene conto, ho iniziato davvero a scegliere.

La scelta più autentica

La consapevolezza non è un traguardo, è un allenamento quotidiano.

Significa fermarsi, respirare, chiedersi:
“Questa decisione nasce da me o da una paura che non vedo?”

Essere presenti è il modo più profondo per essere liberi.

Non si tratta di cambiare tutto, ma di abitare pienamente ogni gesto, ogni pensiero, ogni emozione.
Quando pensiero, azione e benessere si allineano, non reagiamo più: creiamo.

E in quella creazione riconosciamo la parte più autentica di noi.

Perché non siamo ciò che ci accade,
siamo ciò che scegliamo di essere ogni volta che ci fermiamo a osservare.

In my humble opinion

Crediti per l’immagine: https://it.freepik.com/

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